Miracolo in America: bimbo torna in vita un’ora dopo l’arresto cardiaco.

A volte credere nei miracoli è un atto di fede, altre volte una spinta proveniente dalla disperazione; più raramente, ma accade anche questo, è semplicemente un atto dovuto.
Gore Otteson, un bimbo di un anno e mezzo residente a Gunnison, Colorado, si era allontanato troppo da casa in un attimo di distrazione dei suoi genitori. Passano dieci, venti minuti, alla fine è il fratello maggiore a rendersi conto del dramma: il piccolo Gore galleggia a testa in giù nell’acqua gelida, in un fiumiciattolo poco distante da casa.

A nulla valgono i tentativi di rianimarlo. Ci prova anche il nonno, medico in pensione, ma il piccolo è freddo, immobile, non respira. Arriva anche l’ambulanza,i paramedici lo esaminano, scuotono la testa, avviano le pratiche rianimatorie più per un’irrazionale spinta emotiva che per una reale fiducia nella possibilità di capovolgere la situazione. Sono già passati quaranta minuti.

Poi, come in una favola, il lieto fine. Non sappiamo se sia stata la fata turchina con una delle sue magie, e neanche se da lassù qualcuno abbia voluto avere pietà del piccolo: ma in ambulanza, un’ora e dieci minuti dopo l’arresto cardiaco, Gore ha uno scatto, tossisce, si mette a sedere, spalanca gli occhi. Ed in un attimo è più vispo e allegro di quanto non sia mai stato prima, con colossale sollievo dei suoi già distrutti genitori.

Ora a Gunnison, nel Colorado, c’è chi si mette a pregare subito dopo averlo visto. Il Daily Mail locale l’ha addirittura chiamato “Lazarus Child”, il piccolo Lazzaro, scomodando paragoni un po’ esagerati ed irriverenti. Non crediamo che a Gore interessi molto di tutto questo. Dal suo punto di vista, basta che la vita sia ripresa come in qualsiasi altra giornata, con le coccole di mamma e papà. E, forse, di quelle di Qualcun’Altro che gli vuole altrettanto bene.