La notte dei lunghi coltelli

nullSiamo giunti alla resa dei conti, l’insostenibile pesantezza della situazione politica comincia a far sentire i primi fortissimi scricchiolii, il quadro sembra chiaro: Berlusconi, intossicato dai malesseri dei finiani, chiede a Casini di salire a bordo, scopo dell’operazione tornare ad essere leader maximo senza correnti e oppositori di sorta, avere numeri forti, epurare i dissidenti e continuare a cavalcare l’onda del “O con me o contro di me!” estasi mistica in cui ancora galleggiano i suoi fedelissimi, costo dell’operazione: qualche ministerino e altre amenità, sembra fatta ma non lo è, innanzitutto Casini chiede – giustamente – la crisi di governo, per poi rilanciare una nuova alleanza ad armi – apparentemente pari – con gli altri alleati (altro che ministerino!). Poi anche la Lega si contorce, altri alleati, altri dazi da pagare, altre bocche da sfamare, il federalismo è vicino e bisogna tenere duro, in senso metaforico questa volta. Fini gongola, il PD tace, tanto per cambiare. Il fatto è che il governo ha davanti a se un momento di enorme difficoltà; una manovra lacrime e sangue, che da un lato renderà attuabile il federalismo ma dall’altro proprio alle regioni chiede il sacrificio più grande, tanto da squietare anche i Presidenti di centro destra, poi c’è la legge sulle intercettazioni, che beninteso così com’è a Berlusconi non serve più a niente ma che è diventata una questione di principio, affermando la possibilità per il premier di mettere il naso nei principi generali dell’esercizio dell’azione penale, per non parlare delle inchieste in corso su Verdini, Brancher & Co. Insomma notti in bianco per il governo, ma l’atmosfera che si respira è diversa, sembra quasi che “i politicanti” ovvero tutti quelli che a Berlusconi lo hanno tollerato, sopportato, sostenuto turandosi il naso, si stiano adesso fregando le mani, una sorta di “notte dai lunghi coltelli” in salsa romana, al grido di: “ora o mai più”! Basta poco infatti adesso infilare Berlusconi in un “cul de sac” sia sfiduciandolo sul voto per la manovra, sia facendogli imboccare la via di una crisi al buio in cui metterebbe per iscritto, di suo pugno, la sua sconfitta politica: “avevo tutto, avevo i numeri, avevo la maggioranza totale così come la volevo e nonostante ciò ho fallito”! Ma anche in questo caso non è tutto così facile come sembra, innanzitutto perché Berlusconi il sostegno dei “politicanti” lo ha pagato e non a poco prezzo, quindi anche lui potrebbe sfilare lunghi rosari da giovedì santo, inoltre apparirebbe vittima di una congiura di palazzo ordita dai soliti noti, avidi di potere; diverrebbe così agli occhi dei suoi elettori, per l’ennesima volta, la vittima, il malcapitato, la “maledetta” pancia del paese, attizzata ad arte dai Media, rimarrebbe tutta dalla sua parte, nuove elezioni nuova vittoria – forse. Per sconfiggere Berlusconi infatti non c’è bisogno di affilare i coltelli, bisogna aspettare che sia la gente a scaricarlo, satura del suo populismo e delle sue promesse mai mantenute. Il momento della disillusione è sempre più vicino, la resa dei conti fra la gente ed i suoi imbonitori si sta consumando lentamente e non vuole interferenze da parte dei mestierianti della politica che paradossalmente potrebbero allungare l’agonia.